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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)





Il comune di Petralia Sottana fa parte del Parco delle Madonie e del circuito Bandiera Arancione.
Situata nel cuore del Parco delle Madonie, a 1.000 metri s.l.m., Petralia Sottana offre ai visitatori numerose opportunità di scelta per le vacanze. Il clima mediterraneo di alta quota, i lussureggianti boschi, i monti e le profonde vallate del massiccio delle Madonie, le numerose emergenze storico-artistiche, le radicate tradizioni popolari, fanno sì che ogni giorno passato a Petralia si trasformi in occasione di svago e di crescita culturale.
In origine era compreso nel territorio della vicina Petralia Soprana dalla quale dista 2 Km. circa. Ma già dal XIV secolo Petralia Sottana esisteva come piccolo borgo adiacente al Castello, di fattura normanna.
Le prime tracce di insediamento umano risalgono al IV/III millennio a.C. (periodi del paleolitico e neolitico) come testimoniato dai reperti archeologici della vicina Grotta del Vecchiuzzo. Le testimonianze rinvenute nella grotta , soprattutto argilla e ceramica, testimoniano la presenza di un insediamento umano quasi certamente impegnato nella lavorazione dell'argilla, con prodotti in ceramica monocromo rossa e disegni geometrici stilizzati in nero opaco., che studiosi autorevoli hanno definito come espressioni di uno stile particolare diverso dagli altri di Serraferlicchio, Malpasso, impianti lungo il corso dell'Imera Meridionale tra Caltanissetta ed Agrigento. Il rinvenimento, inoltre, di una fibrila di bronzo, indica come fin da quell'epoca la stazione preistorica umana fosse attiva.
In tempi assai più vicini dovette esistere un insediamento indigeno, fortemente influenzato dalla vicina colonia greca di Himera, nei cui scavi è stata rinvenuta una moneta bronzea, il Petrinon che reca appunto il nome della città di Petra.
Nel III secolo a.C., con l'avvento dei romani, Petra preferì trattare la resa con il vincitore, anziché affrontarlo in una battaglia aperta, i cui esiti parevano a tutti scontati. Questo comportò l'inclusione di Petra tra le citta' decumane, con trattamento differenziato nella richiesta di contributi e sostegni all'erario romano. Petra sotto i romanni divenne centro di un qualche rilievo come presidio militare e mercato agricolo, come testimoniato da diversi scritti dell'epoca (tra gli altri Cicerone nelle "Verrine" e Diodoro Siculo) e da pochi ritrovamenti archeologici. Cicerone (72 a.c.) ci parla di una sua venuta in Sicilia e di una sosta a Petra impegnato nella ricerca di una precisa documentazione dei soprusi del precursore Verre, resti romani si trovano nella contrada Muratore (Calcarelli - contr. Di Castellana Sicula) precisamente un torcularium (tipico palmento per pigiare l'uva).
Il paese seguì poi le sorti del resto dell'isola subendo le invasioni barbariche prima e la successiva riconquista bizantina. Fu un susseguirsi di invasioni dei Vandali (Gluserico), degli Eruli (Odorico), degli Ostrogoti (Teodorico); le cronache si limitano a registrare i fatti d'arme più importanti e le vicende delle sedi siciliane più significative, durante la loro presenza in Sicilia. Dopo il 551, i Bizantini liberarono i territori del Mezzogiorno e della Sicilia dai Barbari, controllando, per quasi trecento anni la vita dell'isola. Si deve alla loro presenza la disseminazione di castelli fortificati un po' ovunque, in difesa di eventuali attacchi o stili.
Più ricche sono le notizie riguardanti il periodo della dominazione araba, dall' 820 circa alla venuta dei Normanni, sia nella toponomastica, sia nella conduzione agricola, sia nell'organizzazione madonita.
Con la conquista araba, nel IX secolo, venne ribattezzata "Batarliah" o "Batraliah" e divenne importante piazzaforte militare strategica e mercato. Gli storici Edrisi ed al-Muqaddasi raccontano di una città murata collocata sotto una rocca, con grande abbondanza di risorse idriche e che ospitava un mercato, un castello, una chiesa ed una moschea, segno della presenza di una pluralità di comunità etnico-religiose. Della presenza araba sono sopravvissute talune espressioni dialettali o denominazioni di contrade ed un prezioso candelabro bronzeo, parte del ricco tesoro della Chiesa Madre.
I normanni conquistarono Petralia intorno al 1062, fondandovi un Castello. Il centro, dapprima infeudato a tale Maimun Gaito, forse già emiro arabo, fu terra demaniale per finire a Gilberto di Monforte (1201) , venne poi assorbita dalla contea di Collesano e, durante il periodo svevo, ai Ventimiglia di Geraci. Dopo vennero i Moncada, i Cardona e gli Alvarez de Toledo, fino all'abolizione della feudalità nel 1817 e l'annessione al suo comune di un vasto territorio.
Fino alla fine del XV secolo (prima dell'Editto di espulsione del 1492) vi era insediata una comunità ebraica.
In un documento del 1258 appaiono per la prima volta distinte Petra "inferior" (Petralia Sottana) e Petra "superior" (Petralia Soprana) in origine quasi certamente un'unica comunità, quando Manfredi, figlio dell'Imperatore Federico II, conferisce l'investitura della Contea di Collesano a Enrico Ventimiglia. Su quale delle due sia la più antica esiste un'antica contesa, a tutt'oggi di difficile soluzione, che s'innesta su una storica rivalità di campanile, superata solo in tempi recenti. Il centro, a partire dalla conquista normanna, acquisì progressivamente i caratteri della "città rurale" con un'economia piuttosto chiusa fondata sull'agricoltura (soprattutto latifondo cerealicolo) e la pastorizia, con una forte stratificazione sociale che divideva la grande massa di contadini ed allevatori da artigiani, aristocrazia e clero. La Controriforma portò con sé oltre a numerosi insediamenti monastici (alcuni di notevole pregio artistico e architettonico) anche un discreto numero di condanne emanate dall'Inquisizione.
Le due Petralie, accorpate nella baronia delle Petralie, vivono le vicende dei Ventimiglia, sia nell'unificazione delle due Contee, Geraci e Collesano, sia nella loro separazione. Dopo il 1412, finisce il Regnum e ha inizio il Viceregno.
Delle Petralie diviene Signore Pietro Cardona (1444), figlio del primo vicere di Sicilia. Con il matrimonio della vedova Moncada di Paterno' con il Duca di Montalto, Petralia si trova quasi al centro di un immenso patrimonio che va da S.Mauro, Collesano, Geraci, Caltanissetta, Paterno'. Gli ultimi eredi dei Moncada di Montalto appartengono alla famiglia degli Alvarez Ferradina di Toledo, il cui ultimo erede Francesco Alvarez arriva fino alla eversione della feudalita' del 1817. Con i Borbone, Petralia segue le sorti della costituzione del Regno delle Due Sicilie, con un suo Decurionato e con i suoi organi amministrativi, il suo Consiglio Civico e le sue prerogative. Nel 1860, partecipa con un gruppo di volontari garibaldini alla liberazione della Sicilia dai Borbone ed alla costituzione dell'unita' d'Italia.
Il XIX secolo portò una notevole vivacità economica, sociale e culturale: dopo l'impresa garibaldina vi s'insediarono gli uffici pubblici a servizio del comprensorio delle Alte Madonie ed opifici vari, facendola diventare un po' il capoluogo (era sede anche del collegio elettorale) ed "il centro più progredito" della zona (come ricorda lo scrittore polizzano Giuseppe Antonio Borgese). Sulle sue strade passava il percorso della Targa Florio.
Pur essendo rimasta ai margini dell'esperienza dei Fasci siciliani, negli anni dieci si svilupparono le presenze politiche e sociali (cooperative) socialiste e repubblicane, affiancate da un attivo ruolo della Chiesa in favore delle organizzazioni cattolico-democratiche. Dopo la prima guerra mondiale e prima dell'avvento del Fascismo, infatti, venne eletta la prima amministrazione cittadina di carattere democratico e popolare (ne fece parte, tra gli altri, Francesco Musotto, futuro deputato socialista alla Camera ed Alto Commissario per la Sicilia), destituita successivamente dal regime.

Già prima della Grande Guerra iniziò un consistente flusso di emigrazione diretta dapprima verso le Americhe, poi (secondo dopoguerra) verso l'Europa centro-settentrionale ed il Nord Italia e, per altri versi, verso Palermo e le città della fascia costiera, che hanno ridotto gli abitanti dagli oltre 10.000 dei primi del Novecento (comprendendo allora anche l'attuale comune di Castellana Sicula) ai numeri odierni. Dopo la Liberazione, avvenuta ad opera degli anglo-americani nel 1943 e con la fine della seconda guerra mondiale esplose il conflitto sociale: la battaglia per la riforma agraria, con l'occupazione delle terre, costò la vita al sindacalista Epifanio Li Puma, nella vicina Raffo, ucciso dalla mafia al soldo dei baroni.
Tradizionalmente l'abitato è diviso in cinque quartieri ma ai giorni odierni ne contiamo sette:
- Pusterna, l'area medievale dove sorgono la Chiesa Madre ,la prigione (che oggi ospita il museo Collisani ) e l'antico castello.
- Carmine, collocato più in alto, è stato per secoli il quartiere degli artigiani come testimonia la toponomastica.
- San Salvatore, accanto al Carmine, sembra sia sorto intorno al Quattrocento; era abitato soprattutto da pastori.
- Provvidenza, quartiere medioevale contadino, caratterizzato da stradine strettissime sotto la Chiesa Madre.
- Casale, sorto fra il Seicento ed il Settecento sulla base di una razionale programmazione, in parte sull'area che, ospitava il quartiere ebraico ovvero l'odierna via conceria.
- San Giovanni, quartiere antico dove prima sorgeva solo la chiesa di San Giovannie e San Calogero , la chiesa di San Rocco, la Chiesa della SS Croce e il Convento dei Capuccini , in questo sito veniva fatta la fiera del bestiame in onore del Santo Patrono San Calogero, in seguito sono sorte numerose case intorno, il Calvario e l'ex ospedale.
- San Giuseppe, periferia dove sorgeva la chiesetta di San Giuseppe di campagna, in seguito all'ampliazione della popolazione ed svariate esigenze sono sorti numerose palazzine.
Negli anni sessanta sorge il quartiere, di edilizia popolare, di San Giuseppe, separato dal resto dell'abitato e realizzato, in scala evidentemente ridotta, sul modello allora in voga, delle new towns.
Negli anni ottanta e novanta, a dispetto del continuo calo demografico, si sono sviluppati gli insediamenti residenziali nelle aree diPirilla e Petragrossa.
Numerose, nel grande territorio comunale, sono le frazioni agricole: borghi rurali costruiti intorno alla residenza del feudatario, dotati di una relativa autonomia dal centro abitato. Ad oggi hanno assunto l'aspetto di città fantasma: solo qualche attività agrituristica utilizza gli antichi fabbricati in disuso.
Piano Battaglia
Completamente diversa è l'origine della frazione di Piano Battaglia. Collocata a circa 1600 metri sul livello del mare in un'ampia conca carsica nel cuore della catena montuosa delle Madonie, è inserita in una pregevole cornice naturalistica, circondata da un'antica faggeta. Il suo sviluppo risale agli anni sessanta, quando assunse l'aspetto di vivace e frequentata località turistica invernale, ospitando sia strutture per la pratica degli sport invernali (piste da sci ed impianti di risalita) sia numerose strutture ricettive e case vacanza.
Bilice
Santuario del Crocefisso di Bilice.



ECONOMIA

Attualmente l'economia del paese, che mantiene un'importante posizione di centralità nel comprensorio madonita, si regge su un forte apporto dell'impiego pubblico, su modeste attività agricole e commerciali con un settore turistico in crescita, anche grazie alla stazione turistica di Piano Battaglia.
Nel settore agricolo è rilevante la produzione di prodoti cerealicoli, uva e prodotti caseari. Come spesso anche nelle zone montane, Petralia presenta diversi pascoli adibiti all'allevamento di bovini ed ovini. Tipiche sono le lavorazioni della lana, del ferro battuto e dei tappeti.
Dal punto di vista sociale vi è una forte incidenza della popolazione anziana, nonostante ciò i tassi di scolarizzazione e d'istruzione superiore sono al di sopra della media nazionale.
Dal 2014 Petralia Sottana è stata insignata dell'importante marchio della "Bandiera Arancione "del touring club Italiano, che attesta e valorizza le qualità turistiche e culturale del paese.


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